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Lillo Morreale - All Of My Life I've Been Dreaming About The Sea (vinyl + 16-page booklet)
€23,00
Imposte incluse.
Ritiro disponibile presso la sede Via Sebastiano Serlio, 25/2
Di solito pronto in 2-4 giorni
“All Of My Life I've Been Dreaming About The Sea”, out on September 26th via Locomotiv Records, is the solo debut album by Lillo Morreale, a multi-instrumentalist from Agrigento now based in Bologna. He blends experimental electronic music with folk music traditions, charting a new path that can be defined as Mediterranean Electronic.
The project was born as the meeting point between contemporary ambient/cinematic electronic music (Jóhann Jóhannsson, Harold Budd, Sigur Rós, A Winged Victory For The Sullen) and the traditional yet profoundly experimental music of artists such as Alfio Antico and Fabrizio De André’s “Creuza de Mä”, with sounds rooted in the folk traditions of the Mediterranean area.
In the album, preceded by the singles “Ni Persimu” and “Nivuru Munnu,” the evocative timbres of instruments such as the saz, the baglama, and the lotar—originating from the Mediterranean region of Europe and Africa—stand out alongside the synthesizers. «I own several of them, but I am particularly attached to the saz (a stringed instrument made of mulberry wood that I bought during a trip in Turkey) and the lotar, a small lute I got in Morocco, typically played by the Gnawa people and made with wood and goat skin. I fell in love with it after seeing it played in Zagora, at the edge of Sahara, by a group of people who kept playing it all the night long, almost entering a trance-like state», explains Morreale.
Some track lyrics are sung in Agrigento dialect, Lillo’s hometown, while the others that are purely instrumental have English titles. The combination of these two just apparently distant languages reflects the intention to universalize the signifier, as an ancient dialect can be understood on a semantic level more connected to the timbral suggestions than to the literal meaning of the words.
This album, and Lillo Morreale’s music in general, echoes a variety of cinematic and literary influences. Morreale is a versatile artist and also an active composer in the contemporary electronic music and film field. From Robert Eggers’ The Lighthouse and Vittorio De Seta’s 1950s documentaries shot in Sicily, to Andrei Tarkovsky movies (Solaris and Stalker in particular), as well as all the literature that revolves around the maritime and existential concept of the island: from Hemingway (The Old Man and the Sea, Islands in the Stream) to Elio Vittorini (Conversazione in Sicilia) and Goliarda Sapienza (L’arte della gioia).
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“All Of My Life I've Been Dreaming About The Sea”, in uscita venerdì 26 settembre per Locomotiv Records, è l’album di debutto solista di Lillo Morreale, polistrumentista agrigentino di adozione bolognese capace di coniugare elettronica sperimentale e timbriche provenienti dalla tradizione musicale popolare, tracciando un nuovo percorso definibile come Elettronica Mediterranea.
Il progetto nasce dalla convergenza tra una certa elettronica ambient/cinematica contemporanea (Jóhann Jóhannsson, Harold Budd, Sigur Rós, A Winged Victory For The Sullen) e la musica tradizionale ma profondamente sperimentale di artisti come Alfio Antico e il Fabrizio De André di “Creuza de Mä”, con suoni legati alla tradizione folk dell’area mediterranea.
Nell’album, anticipato dai singoli “Ni Persimu” e “Nivuru Munnu”, accanto ai sintetizzatori spiccano le timbriche suggestive di strumenti come il saz, la baglama e il lotar, provenienti dal bacino dell’area mediterranea europea e africana: «Ne posseggo diversi, ma nello specifico sono molto affezionato ad un saz (uno strumento a corde realizzato in legno di gelso che ho comprato durante un viaggio in Turchia) e al lotar, un piccolo liuto che ho acquistato in Marocco, tipicamente suonato dalle popolazioni Gnawa e realizzato con legno e pelle di capra. Me ne sono innamorato dopo averlo visto suonare a Zagora, alle porte del Sahara, da un gruppo di persone che nella notte continuavano a suonarlo entrando quasi in uno stato di trance», spiega Morreale.
Alcuni dei brani contengono versi cantati in dialetto agrigentino, città di provenienza di Lillo, mentre altri di natura strumentale hanno dei titoli in inglese. L’accostamento dei due linguaggi, apparentemente distanti, esprime la volontà di universalizzare il significante, in quanto un dialetto antico può essere compreso su un piano semantico legato più alle suggestioni timbriche che al significato della parola.
Sono svariate le influenze cinematografiche e letterarie che riecheggiano in questo disco e in generale nella musica di Lillo Morreale, artista poliedrico e compositore attivo nel campo dell’elettronica contemporanea e della musica per film: "The Lighthouse" di Robert Eggers e i documentari di Vittorio De Seta degli anni ‘50 girati in Sicilia, ma anche il cinema di Andrej Tarkovskij (in particolare "Solaris" e "Stalker") e tutta la letteratura che ruota attorno al concetto marittimo ed esistenziale dell'isola: da Hemingway (“Il vecchio e il mare”, “Isole nella corrente”) a Elio Vittorini (“Conversazione in Sicilia”) e Goliarda Sapienza (“L'arte Della Gioia”).
The project was born as the meeting point between contemporary ambient/cinematic electronic music (Jóhann Jóhannsson, Harold Budd, Sigur Rós, A Winged Victory For The Sullen) and the traditional yet profoundly experimental music of artists such as Alfio Antico and Fabrizio De André’s “Creuza de Mä”, with sounds rooted in the folk traditions of the Mediterranean area.
In the album, preceded by the singles “Ni Persimu” and “Nivuru Munnu,” the evocative timbres of instruments such as the saz, the baglama, and the lotar—originating from the Mediterranean region of Europe and Africa—stand out alongside the synthesizers. «I own several of them, but I am particularly attached to the saz (a stringed instrument made of mulberry wood that I bought during a trip in Turkey) and the lotar, a small lute I got in Morocco, typically played by the Gnawa people and made with wood and goat skin. I fell in love with it after seeing it played in Zagora, at the edge of Sahara, by a group of people who kept playing it all the night long, almost entering a trance-like state», explains Morreale.
Some track lyrics are sung in Agrigento dialect, Lillo’s hometown, while the others that are purely instrumental have English titles. The combination of these two just apparently distant languages reflects the intention to universalize the signifier, as an ancient dialect can be understood on a semantic level more connected to the timbral suggestions than to the literal meaning of the words.
This album, and Lillo Morreale’s music in general, echoes a variety of cinematic and literary influences. Morreale is a versatile artist and also an active composer in the contemporary electronic music and film field. From Robert Eggers’ The Lighthouse and Vittorio De Seta’s 1950s documentaries shot in Sicily, to Andrei Tarkovsky movies (Solaris and Stalker in particular), as well as all the literature that revolves around the maritime and existential concept of the island: from Hemingway (The Old Man and the Sea, Islands in the Stream) to Elio Vittorini (Conversazione in Sicilia) and Goliarda Sapienza (L’arte della gioia).
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“All Of My Life I've Been Dreaming About The Sea”, in uscita venerdì 26 settembre per Locomotiv Records, è l’album di debutto solista di Lillo Morreale, polistrumentista agrigentino di adozione bolognese capace di coniugare elettronica sperimentale e timbriche provenienti dalla tradizione musicale popolare, tracciando un nuovo percorso definibile come Elettronica Mediterranea.
Il progetto nasce dalla convergenza tra una certa elettronica ambient/cinematica contemporanea (Jóhann Jóhannsson, Harold Budd, Sigur Rós, A Winged Victory For The Sullen) e la musica tradizionale ma profondamente sperimentale di artisti come Alfio Antico e il Fabrizio De André di “Creuza de Mä”, con suoni legati alla tradizione folk dell’area mediterranea.
Nell’album, anticipato dai singoli “Ni Persimu” e “Nivuru Munnu”, accanto ai sintetizzatori spiccano le timbriche suggestive di strumenti come il saz, la baglama e il lotar, provenienti dal bacino dell’area mediterranea europea e africana: «Ne posseggo diversi, ma nello specifico sono molto affezionato ad un saz (uno strumento a corde realizzato in legno di gelso che ho comprato durante un viaggio in Turchia) e al lotar, un piccolo liuto che ho acquistato in Marocco, tipicamente suonato dalle popolazioni Gnawa e realizzato con legno e pelle di capra. Me ne sono innamorato dopo averlo visto suonare a Zagora, alle porte del Sahara, da un gruppo di persone che nella notte continuavano a suonarlo entrando quasi in uno stato di trance», spiega Morreale.
Alcuni dei brani contengono versi cantati in dialetto agrigentino, città di provenienza di Lillo, mentre altri di natura strumentale hanno dei titoli in inglese. L’accostamento dei due linguaggi, apparentemente distanti, esprime la volontà di universalizzare il significante, in quanto un dialetto antico può essere compreso su un piano semantico legato più alle suggestioni timbriche che al significato della parola.
Sono svariate le influenze cinematografiche e letterarie che riecheggiano in questo disco e in generale nella musica di Lillo Morreale, artista poliedrico e compositore attivo nel campo dell’elettronica contemporanea e della musica per film: "The Lighthouse" di Robert Eggers e i documentari di Vittorio De Seta degli anni ‘50 girati in Sicilia, ma anche il cinema di Andrej Tarkovskij (in particolare "Solaris" e "Stalker") e tutta la letteratura che ruota attorno al concetto marittimo ed esistenziale dell'isola: da Hemingway (“Il vecchio e il mare”, “Isole nella corrente”) a Elio Vittorini (“Conversazione in Sicilia”) e Goliarda Sapienza (“L'arte Della Gioia”).
credits
Composed, performed, recorded and mixed by Lillo Morreale
Nicola Benetti: percussion on track 2, drums on tracks 7,9
Emanuele Orsini: drums sampling on track 3
Mastered by Riccardo Zamboni
Cover photo by Lillo Morreale
Nicola Benetti: percussion on track 2, drums on tracks 7,9
Emanuele Orsini: drums sampling on track 3
Mastered by Riccardo Zamboni
Cover photo by Lillo Morreale